La musicoterapia è una disciplina basata sull’uso della musica come strumento educativo, riabilitativo o terapeutico. Da tempo, è noto come l’ascolto e l’esecuzione di suoni e melodie possano agire sugli stati d’animo e sulle emozioni, in virtù delle loro proprietà rilassanti o stimolanti.

Nella storia dell’umanità, la musica e la medicina hanno sempre mantenuto una stretta relazione.

L’approfondimento sulla musica nel campo delle neuroscienze si è sviluppata notevolmente negli ultimi anni. L’evoluzione di strumenti tecnologici come la Risonanza magnetica funzionale (fMRI) o la Stimolazione magnetica transcranica (TMS) ha permesso di visualizzare le parti attive del cervello durante l’elaborazione degli stimoli musicali dimostrando che lo stimolo sonoro musicale è capace di attivare più aree cerebrali distinte tra loro.

Risonanza magnetica funzionale

Un esame strumentale che serve a registrare come variano i livelli del flusso sanguigno e dell’ossigenazione cerebrale nel distretto encefalico in risposta a diversi stimoli.

Stimolazione magnetica transcranica (TMS)

Trattamento di successo per i disturbi neurologici e psichiatrici. La TMS è efficacemente usata per trattare il Disturbo Depressivo Maggiore.

Per capire quanto complessa sia questa facoltà, basta pensare che intonare una semplice nota coinvolge diversi meccanismi tra cui: attenzione, memorizzazione, integrazione senso-motoria.

Deficit di apprendimento

Un percorso di musicoterapia aiuta a combattere gli effetti del deficit di apprendimento, in particolare sviluppa le capacità di elaborazione del linguaggio.

Recenti ricerche hanno dimostrato che, dopo alcuni mesi, il cervello dei bambini che avevano seguito approfondito l’uso di uno strumento musicale risultava modificato in maniera diversa da quello dei coetanei che non avevano studiato musica.

In altre parole, la musica produce plasticità cerebrale, ossia la capacità del cervello di modificare la propria struttura e la propria funzionalità, in base sia a stimoli interni e sia stimoli ricevuti dall’ambiente esterno; in questo caso stimoli sonori.

Sembra ci sia anche una connessione tra disturbi e accesso alla musica: bambini con deficit di apprendimento basati sul linguaggio, spesso, mostrano deficit proprio negli specifici processi stimolati dalla pratica musicale. Altri studi hanno dimostrato gli effetti benefici della pratica musicale sull’elaborazione del linguaggio.

Deficit di apprendimento

I disturbi specifici dell’apprendimento: definizione secondo il DSM 5. I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) riguardano un gruppo di disabilità in cui si presentano significative difficoltà nell’acquisizione e utilizzazione della lettura, della scrittura e del calcolo.

Deficit di apprendimento

I disturbi specifici dell'apprendimento: definizione secondo il DSM 5. I disturbi specifici dell'apprendimento (DSA) riguardano un gruppo di disabilità in cui si presentano significative difficoltà nell'acquisizione e utilizzazione della lettura, della scrittura e del calcolo.

Apprendimento della musica

Un percorso di musicoterapia aiuta a combattere gli effeti del deficit di apprendimento, in particolare sviluppa le capacità di elaborazione del linguaggio.

Al contrario quindi, il suono, la musica, in virtù delle sue caratteristiche può perciò facilitare un intervento sui disturbi della sfera espressivo-comunicativo-relazionale.

Le recenti scoperte che dimostrano che l’ascolto della musica è un’esperienza gratificante e che il semplice ascolto della musica attiva il sistema dopaminergico della gratificazione offrono ancora maggior sostegno all’idea che la pratica musicale possa essere lo strumento perfetto per la riabilitazione.